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Matteo Lucca, forlivese nato nel 1980. Consegue la laurea in scultura presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. 
Il suo percorso artistico si dedica ad affrontare il tema del corpo attraverso la sperimentazione di diversi linguaggi e materiali come piombo, rame, tessuti, che hanno per lui connotazioni simboliche, di vissuto personale o di approccio alla tecnica. 

Già durante gli anni di formazione realizza le prime opere pubbliche quali “Autoforia” per il parco dell’ospedale di Bondeno (FE) nel 2004 e “testimoni dell’impronta”, dedicata ai donatori di sangue dell’AVIS, per l’ospedale Pierantoni di Forli, nel 2007. Al termine degli studi, inizia a collaborare con le prime gallerie tra cui la galleria Forni di Bologna e, alcuni anni più tardi con Magazzeno Art Gallery (RA), Gallerie Riunite (NA) e Tempesta gallery (MI). Negli anni successivi all’accademia, pur senza interrompere la sua ricerca artistica, esplora altri linguaggi: danza contemporanea, discipline orientali e studi di medicine alternative che lo portano ad arricchire il suo percorso artistico futuro. 

Dal 2014 torna a concentrarsi sul lavoro artistico che lo vede caratterizzato dall’utilizzo del pane, nonostante fosse un materiale già utilizzato in precedenza, solo da ora diventerà il suo segno distintivo. Il pane insieme al corpo saranno gli elementi con i quali esplorare aspetti spirituali e popolari. Nel 2014 con la mostra “Kusali” e 2015 con “Repas Frugal” presenta i primi volti di pane che propone come installazioni da mangiare, seguirà il progetto DO.VE di Spazi Indecisi, per il quale realizza la prima figura intera di pane. Sarà il 2016 a battezzare questa nuova stagione con l’installazione “uomini di pane” dove colloca un gruppo di figure di pane a San Paolo in Alpe nel cuore delle Foreste Casentinesi. Da quel momento seguiranno una serie di mostre e progetti tra i quali “Selvatico 14” nel 2019, A cura di Massimiliano Fabbri, con “Azzimo41”; un ciclo di mostre dal titolo “il profumo del pane” a cura di Giovanni Gardini che lo vedono presso la Chiesa di Santa Maria dell’Angelo di Faenza, il GASC | Galleria d’Arte Sacra dei Contemporanei di Milano e l’Oratorio San Lupo di Bergamo. “Sciami”, a cura di Annamaria Bernucci, presso il MUSAS di Santarcangelo di Romagna. “Art Monster 2020”, curata da Matteo Pacini al Museo Della Penna di Perugia; e diversi altri progetti insieme da Alessandro Mescoli.
Sono gli anni in cui espone all’estero: nel 2017 è con il museo MIC alla Biennale di ceramica di Gyeonggi in sud Korea con la mostra “In the earth time”. 

Nel 2018, “Burn-it” a cura di Wilko Austermann, a Düsseldorf e dintorni. Nel 2020 a Berlino alla Luisa Catucci Gallery con la mostra “Semita Luminis”, presentata da Isorropia homegallery. Fino ad arrivare al Qingdao Sculpture Art Museum in Cina, con la mostra “Due culture e lo spazio”, invitato dall’artista e curatore Qiu Yi.  

Evento significativo che da vita alle prime mani di pane è “A hand give a hand receives” nel 2019 all’Art Factory Dynamo Camp. 
Insieme al pane la ceramica occupa un ruolo importante della sua ricerca che in questo caso ruota intorno al tema dell’impronta sia come stampo dentro il quale cuocere il pane sia in relazione alla azione diretta come per l’opera “Nostos” finalista del 61° Premio Faenza del museo MIC nel 2020 e “un’impronta per Padre Marella”, evento partecipativo durante la beatificazione del santo a Bologna. Nel 2022 ufficializza la sua attitudine verso la natura dando vita al progetto Migra Land Art in collaborazione con Oscar Dominguez. 

Attualmente vive e lavora in Italia come artista e docente dell’ABA di Ravenna.